In questi giorni, molti quotidiani e siti web scrivono in merito all’apertura della Academy Apple a Napoli.
Per il momento la Academy inizierà con 100 studenti, che hanno ricevuto il kit Apple per l’inizio del corso, che consiste in un iPhone e in un computer portatile. Gli studenti impareranno a sviluppare App per i dispositivi con sistema operativo iOS, quindi iPhone, iPad e presumibilmente altri dispositivi Apple.
Il corso è stato presentato come fonte di grande opportunità per i partecipanti, mi sono però interrogato su questo punto. Dal 2012 ad oggi la Apple è passata dall’essere il sistema operativo predominante sui dispositivi mobili (60% circa contro il 30% Android) all’attuale 25% circa contro il 65% di Android, statistiche che ho rilevato personalmente e che sono relative ad alcuni grossi siti che gestisco nel panorama italiano.
Mentre un tempo le aziende commissionavano allo sviluppatore un’App partendo dalla versione iOS e successivamente anche per Android, oggi accade l’esatto contrario, cioè le aziende chiedono di realizzare l’App per Android e dopo, se avrà successo, investiranno anche sulla versione iOS. Ciò è dovuto alla percezione, anche da parte loro, che la fetta di mercato di Apple si è notevolmente assottigliata. Per non parlare delle App private, cioè quelle che non vengono pubblicate sugli store ma che sono installate sui dispositivi dei dipendenti e che servono al personale delle aziende per svolgere alcune funzioni interne all’azienda stessa (rilievi da parte di tecnici ecc.): la politica di Apple in tal senso è molto restrittiva, obbliga lo sviluppatore (o l’azienda stessa) a sottoscrivere un costoso contratto annuale per la distribuzione privata delle App e questo porta ad orientarsi quasi esclusivamente su Android per applicazioni di questo tipo, infatti Android non pone alcun vincolo alla distribuzione privata delle App.
È vero che negli ultimi anni il numero di dispositivi mobili è cresciuto esponenzialmente e, seppure la quota di mercato di Apple sia diminuita, il numero totale dei dispositivi che ha venduto è aumentato. Tuttavia, come detto in precedenza, le aziende che commissionano la propria App lasciano Apple come seconda scelta e ciò causa un impoverimento sempre maggiore dello Store Apple, con un risvolto anche sull’utente che sceglierà più volentieri un prodotto Android anche perché la piattaforma fornisce un maggior numero di App.
Tutto ciò premesso, mi chiedo se l’opportunità offerta a questi 100 sviluppatori e agli altri che si andranno ad aggiungere sarà davvero così importante. Certo, imparare cose nuove è sempre positivo, alcuni concetti propri della programmazione iOS possono essere riutilizzati in altri contesti, ma penso che il mercato delle App iOS, almeno finché alcune politiche in casa Apple non cambieranno, non potrà assorbire tanti nuovi programmatori.